lunedì 11 luglio 2011

Avevamo solo 5 Anni

Avevamo poco più che 4 anni. Effettivamente non ricordo molto ma ripensandoci bene mi viene in mente che ci furono dei giorni in cui ci era proibito mangiare verdure, bere latte e consumare carni provenienti da alcune zone europee. In più, ben più importante per un bambino, era sconsigliato giocare a lungo nei prati. Tutta colpa del Cesio-137, Isotopo radioattivo dell’omonimo elemento. Tutta colpa della natura che trasportò la nube tossica dalla Bielorussia verso di noi e più in dettaglio verso le zone del nordest europeo.
Di preciso era la notte tra il 26 e il 27 Aprile 1986 e qualcosa presso la centrale Nucleare di Chernobyl andò storto. Se ne dissero di tutti i colori a riguardo ma alla fine ciò che venne a galla fu che l’esplosione fu causata da un errore umano. Per un test sulla potenza della centrale furono disattivati i sistemi  di controllo della centrale, le famose barre in grafite che dovrebbero rallentare o interrompere la reazione a catena di fissione. La temperatura del reattore portò alla fusione del nocciolo con la conseguente esplosione che proiettò in aria materiale radioattivo allo stato puro. Il governo sovietico non diramò l’allarme per quasi due giorni. Gli abitanti di Prypiat (città operaia costruita per ospitare dipendenti della centrale e loro famiglie, ora la città fantasma più grande al mondo) fu sottoposta a radiazioni migliaia di volte superiori a quelle tollerabili da un uomo adulto. Il piano di evacuazione fu lento e irrisorio. Furono poi assoldati i Liquidatori, persone pagate per spalare a mano le macerie del reattore all’interno del perimetro della centrale, dove poi sarebbero stai coperti col sarcofago.
Insomma. Se ne dicono davvero tante. La discussione sul nucleare è viva più che mai e dunque è interessante documentarsi a riguardo. Ecco i risultati della mia ricerca.
Funzionamento di una centrale nucleare
(Tratto da Wikipedia)
In ingegneria nucleare un reattore nucleare a fissione è un sistema complesso in grado di gestire una reazione nucleare a fissione a catena in maniera controllata (diversamente da quanto accade invece per una ordigno nucleare) ed utilizzato come componente base nelle centrali nucleari le quali possono contenere anche più reattori nucleari nello stesso sito. Esistono reattori nucleari sperimentali di ricerca, nei quali l'energia prodotta è trascurabile, e reattori di potenza utilizzati dalle centrali nucleari nei quali l'energia termica prodotta dal reattore viene usata per vaporizzare dell'acqua, la cui energia viene convertita prima in energia meccanica attraverso l'uso di turbine ed infine in energia elettrica dagli alternatori.Allo stato attuale tutti i reattori nucleari commerciali si basano sul processo di fissione nucleare, mentre quelli a fusione sono ancora nella fase di studio e sono quindi unicamente reattori di ricerca, visto che attualmente non riescono a produrre più energia di quella che consumano.
Fondamentalmente a livello logico-funzionale un reattore nucleare non è altro che una tecnologia ideata e sviluppata per sfruttare, a fini energetici, la reazione di fissione nucleare da parte di un combustibile nucleare in maniera controllata, garantendo cioè determinati livelli o standard di sicurezza.La sorgente di energia del reattore è dunque il combustibile presente nel nocciolo o nucleo del reattore, composto da materiale fissile (tipicamente una miscela di 235U e 238U), arricchita fino al 5% in 235U. È poi possibile utilizzare il combustibile MOX che è una miscela di ossidi di uranio e plutonio, oppure uranio naturale. Per il secondo combustibile si devono operare modifiche nel reattore, mentre per l'uranio naturale si devono utilizzare reattori che utilizzano come moderatore acqua pesante o grafite. Per rallentare i neutroni e termalizzarli cioè rallentarli fino ad un'energia cinetica inferiore all'eV ed aumentare così la probabilità di fissionare il combustibile, secondo la fisica stessa della reazione, è necessario utilizzare un moderatore.  La fissione del nucleo del combustibile genera energia, principalmente sotto forma di energia cinetica dei frammenti della fissione e di raggi gamma. I frammenti di fissione rallentando nel combustibile generano calore che viene asportato da un fluido refrigerante termovettore (gassoso o liquido, o che subisce un cambio di fase nel processo) che lo trasporta ad un utilizzatore, direttamente o indirettamente per mezzo di generatori di vapore, quasi sempre un gruppo turbo-alternatore per la produzione di energia elettrica nella parte termoelettrica della centrale nucleare. Il termovettore refrigerante può anche essere il moderatore stesso, come avviene nel caso dei reattori ad acqua leggera. Il reattore raggiunge la cosiddetta condizione di criticità ovvero possiede una massa critica tale che la reazione di fissione a catena possa autosostenersi in maniera stabile. Il reattore dispone anche delle cosiddette barre di controllo cioè barre metalliche (in genere leghe di argento, cadmio e indio o carburi di boro) atte ad assorbire i neutroni in eccesso liberati dalla reazione che a sua volta alimentano; possono essere inserite nel nocciolo e servono a modulare in funzione della potenza energetica da generare, a tenere sotto controllo ed eventualmente arrestare la reazione a catena di fissione in caso di criticità. Questo evita ad esempio che la reazione diventi incontrollata con la liberazione di enormi quantitativi di energia che possano condurre alla cosiddetta fusione del nocciolo (parziale o totale) per temperature elevatissime, al successivo cedimento dei vari strati di contenimento del reattore incapaci di resistere meccanicamente a tali livelli di temperatura con dispersione nell'ambiente del materiale radioattivo, e/o alla produzione di gas esplosivi come l'idrogeno con conseguente possibile esplosione del reattore stesso e gravissime conseguenze sulla sicurezza pubblica per diffusione diretta di grandi quantità di materiale altamente radioattivo e livelli di radiazione altrettanto nocivi (si veda incidente nucleare). Spesso anche a reattore arrestato deve continuare l'afflusso del fluido termovettore refrigerante per abbassare la temperatura del reattore e continuare a dissipare il calore residuo prodotto dalla radioattività del materiale combustibile evitando ancora una volta i problemi di surriscaldamento di cui sopra. Ad ogni modo nello specifico ogni tipologia di reattore possiede, in base alla sua progettazione e realizzazione, le proprie caratteristiche in termini di sicurezza (tipicamente un reattore possiede uno o più strati esterni di contenimento), costi ed efficienza.
Il consumo progressivo del combustibile nucleare nel nocciolo comporta la formazione di materiale di scarto detto anche residuo o prodotto di fissione non più utile alla fissione stessa e a sua volta radioattivo (le ben note scorie nucleari) e che quindi deve essere in qualche modo periodicamente rimosso dal reattore e successivamente smaltito.
Reazione di fissione nucleare
(Tratto da Wikipedia)
Schema di una reazione nucleare.
1) Un nucleo di uranio 235 viene "bombardato" da un neutrone e avviene la fissione che spezza il nucleo in due atomi (Kripton e Bario) e libera tre neutroni e dell'energia.
2) Uno di questi neutroni è assorbito da un altro nucleo di uranio 238 ed è perso nel bilancio. Un secondo neutrone può "fuggire" dal sistema o essere assorbito da un elemento che non continua la reazione. Il terzo neutrone viene assorbito da un nucleo di uranio 235 che si spezza in due atomi liberando due neutroni e dell'energia.
3) I due neutroni liberati si scontrano con due nuclei di uranio 235 e ogni nucleo libera da uno a tre neutroni che servono per continuare la reazione a catena

Pripyat: la città fantasma
(Tratto dal sito di Marco Pifferetti)
La città ucraina di Pripyat, sita vicino al confine Bielorusso, dopo il più grave incidente nucleare della storia è diventata la più grande città fantasma del mondo. La città città fu costruita nel 1970 per ospitare lavoratori, costruttori e relative famiglie della vicina Centrale Nucleare di Chernobyl. Negli anni successivi la popolazione crebbe rapidamente poiché la qualità della vita a Pripyat era molto alta rispetto agli standard dell'Unione Sovietica. La città era moderna e funzionale: ospedali, centri commerciali, due grandi alberghi, numerosi caffè, ristoranti, cinema, teatro, centri sportivi, tra cui una piscina coperta, che rimase attiva fino alla fine degli anni '90 per il personale della centrale, che continuò ad operare con tre reattori funzionanti fino al 2000. Nel 1986 , anno della sua evacuazione , contava quasi 50.000 abitanti oggi sono ridotti a circa 400, vivono nelle campagne circostanti essendosi rifiutandosi di abbandonare le loro case e si cibano alimenti altamente contaminati. Gli scienziati che studiano sul posto gli effetti delle radiazioni, sono ammessi all'area vietata con permessi speciali e per uscirne devono spesso sottoporsi a decontaminazione.
Oggi la natura sta invadendo la città e il territorio che la circonda e almeno in apparenza questo inferno è diventato una specie di paradiso per gli animali che non devono più interagire con gli uomini, circolano liberamente e occupano strutture abbandonate tuttavia non sono ancora conosciute le mutazioni genetiche che subiranno in futuro, per il momento è stato accertato un più rapido processo di invecchiamento. L'area più contaminata si trova a pochi chilometri dalla città dove si estendeva un vasto bosco, direttamente sottovento alla centrale: come documenta la fotografia del 1986, le polveri radioattive resero rossa la vegetazione tanto che si decise di abbattere e interrare tutti gli alberi. Agli abitanti evacuati fu detto che sarebbero stati via tre settimane invece non tornarono mai più, lasciarono quindi arredi, automobili, elettrodomestici che furono in gran parte lasciati nelle case, così la città si presenta così come quando fu abbandonata, solo recentemente ed occasionalmente gli abitanti possono fare rapide visite alle loro case abbandonate, senza prelevare oggetti tuttora altamente contaminati. Si stima che la città potrà essere nuovamente abitata, con margini di rischio accettabili, tra circa 500-600 anni.
I fantasmi di Pripyat
(Tratto da Esreport)
I palloni da basket sono grandi come mele. Grigie e blu. Non é chiaro se siano così solo per il fatto che sono rimasti nella palestra di Pripyat per ventiquattro anni senza che nessuno li toccasse più o c’entri in qualche modo la radioattività. Maxim Krygin di Chernobylinterinform ci assicura che si tratta solo del tempo. Sarà. Ci fidiamo di lui. Siamo nella città fantasma a due km dal reattore numero quattro in cui si verificò l’incidente nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986. Era l’una, 23 minuti e 44 secondi e nella gigantesca esplosione venne liberata radioattività cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki nel 1945.
Pripyat fu evacuata trentasei ore dopo: quarantacinquemila persone caricate di forza su centinaia di bus e via. Altre 130 mila dovettero lasciare le proprie case in un raggio di 30 km nei giorni successivi. Da allora qui non ci arriva più nessuno, se non qualche turista in cerca di forti emozioni.
Chernobyl è ancora il simbolo di quanto può essere disastroso e tragico il nucleare, ma è anche il sinonimo di una nuova forma di turismo avventuroso ed estremo, non solo perché alla fine dello scorso anno Forbes l’ha messo in testa ai luoghi più esotici per trascorrere una vacanza. Da ormai quasi sette anni esistono operatori turistici che offrono una scampagnata dentro la zona proibita per poco più di cento dollari, tutto con la collaborazione dell’agenzia statale ucraina Chernobylinterinform che gestisce e regola tutto quello che succede nel perimetro a più alta contaminazione.
Entro il limite dei dieci km, ci dicono, non ci si può fermare a lungo. Si scende dalla macchina o dal pullman, un paio di foto ricordo davanti all’inquietante sarcofago e un giro nella spettrale Pripyat. Con l’accorgimento di scuotersi bene le scarpe quando si risale, perché – raccomanda sempre il ligio Krigyn – non è opportuno riportarsi a casa un po’ di terriccio radioattivo.
La realtà è che oggi in Ucraina i km2 di suolo ancora contaminati sono oltre cinquantamila e in queste zone, a nord della capitale Kiev e al confine con la Bielorussia, ci vivono oltre due milioni di persone. Non si tratta quindi solo delle tremila che ogni giorno lavorano all’interno dell’area dei trenta km e alla sera se ne ritornano obbligatoriamente al di fuori della zona o dei settemila turisti d’assalto che solo nel 2009 hanno provato il brivido del bizzarro tour a Chernobyl. Intere regioni ucraine convivono con un livello radioattivo al di sopra della norma.
E lo stesso dicasi per la Russia e ovviamente per la Bielorussia, dove il 23 per cento del territorio (una superficie pari a quella della Svizzera) è contaminato e lo rimarrà per non si sa quanti decenni. Cosa che non ha impedito al presidente Alexander Lukashenko di annunciare oltre un anno fa la costruzione di ben due centrali, le prime nel Paese. In Russia ovviamente di centrali ce ne sono attive già trentuno, più cinque nuove in programma e in Ucraina ne funzionano ora quindici, tre arriveranno.
Il nuovo capo di stato Victor Yanukovich, che è saltato sulla barca russa per non far annegare il paese nei debiti del gas e due settimane fa ha portato in dono a Obama la promessa di eliminare le scorte di uranio arricchito, è convinto che il nucleare appartiene in ogni caso al futuro. Nel giorno dell’anniversario di Chernobyl ha dichiarato che proprio per il fatto che „l’Ucraina ha conosciuto e capito per prima i pericoli dell’uso civile del nucleare, ha rinunciato volontariamente all’uso delle armi atomiche“. Il riferimento ovviamente agli accordi di disarmo che con la dissoluzione dell’Urss nel 1991 fecero dell’Ucraina un paese senza arsenali.
Ma sul civile Kiev va avanti, non si preoccupa troppo del tragico passato e guarda sempre più a Mosca per quanto riguarda la cooperazione nel settore. Il Cremlino ha intenzione di finanziare completamente la costruzione di due nuovi blocchi nell’impianto di Khmelnitsky per circa cinque miliardi di dollari, almeno da quanto emerso dopo il recente incontro tra il primo ministro ucraino Mykola Azarov e Vladimir Putin.
Il premier russo – che durante il suo vorticoso tour degli ultimi tre giorni è passato prima da Vienna per la firma austriaca su Southstream, poi da Villa Gernetto per la tendere la mano a Berlusconi proprio sul nucleare e infine nella capitale ucraina – non ha perso l’occasione per mostrare ovunque quanto sia fondamentale la cooperazione energetica nell’agenda di Mosca sia che si tratti di gas o di atomo.
In Ucraina, però, non tutti sono d’accordo con l’ottimismo del partner preferito da Yanukovich. Non tanto a livello politico, quanto tra la gente. L’ultima inchiesta dell’Istituto Gorshenin ha segnalato che oltre l’80 per cento della popolazione ritiene la centrale di Chernobyl ancora pericolosa e teme il verificarsi di nuovi incidenti, al contrario di quello che ripetono naturalmente tutti gli esperti.
Anche quelli di Chernobylinterinform, che con il sorriso sulle labbra accompagnano i turisti arditi – qualcuno pensa incoscienti – tra i fantasmi di quasi un quarto di secolo fa. Certo è che passare da queste parti, vedere i villaggi abbandonati intorno al reattore, i libri accatastati negli armadi della scuola ingrigita di Pripyat, le ciabatte spaiate nella vecchia piscina, i biglietti stropicciati del cinema che svolazzano portati da chissà dove da un’aria che verrebbe quasi in mente di non respirare, fanno comprendere meglio le percentuali bulgare (ucraine) di certi sondaggi, al di là delle parole rassicuranti degli addetti ai lavori.
Le conseguenze
(Tratto da Molecularlab)
Chernobyl rappresenta ormai qualcosa che va al di là del semplice nome del più grande disastro nucleare della storia e del mondo. Chernobyl è divenuto sinonimo del lato oscuro della vita moderna, di come la tecnologia può fallire e di quanto possono essere terribili le conseguenze. Gli agenti della malattia erano insapori, incolori, inodori ma letali: assassini invisibili creati dall'imperfezione della tecnologia e dall'errore umano. A 20 anni di distanza dal disastro originario, Greenpeace ha pubblicato una relazione sui suoi effetti, che sono ritenuti più vasti di quanto precedentemente stimato. Poiché gli agenti della malattia sono persistenti, gli effetti di Chernobyl vengono trasmessi di generazione in generazione. La contaminazione di Chernobyl corrisponde a circa 100 volte l'effetto contaminante combinato delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Le ripercussioni di Hiroshima e Nagasaki sono ben documentate, a differenza degli effetti di Chernobyl, che continuano a essere ipotetici. "Il numero esatto delle vittime potrebbe restare per sempre sconosciuto, tuttavia 3 milioni di bambini sono bisognosi di cure", ha dichiarato il segretario generale dell'ONU Kofi Annan. "Il numero esatto di coloro che rischiano di sviluppare condizioni mediche gravi non sarà noto fino al 2016, se non dopo". Il disastro non è naturalmente rimasto confinato all'area evacuata al momento della tragedia. Le nubi di materiale radioattivo sono state trasportate dai fenomeni meteorologici su metà del pianeta, ma soprattutto in Europa settentrionale. Il cesio-137 rappresenta l'agente radioattivo principale di Chernobyl, e ha una semivita di oltre 30 anni. "Le conseguenze radiologiche (e quindi sulla salute) di tale incidente nucleare continueranno a farsi sentire per i secoli a venire", si legge nella relazione di Greenpeace.  Il documento prosegue: "Più della metà del cesio-137 emesso in seguito all'esplosione è stato trasportato nell'atmosfera e ha raggiunto altri paesi europei. Almeno altri 14 paesi europei [oltre a Ucraina, Bielorussia e Russia] (Austria, Svezia, Finlandia, Norvegia, Slovenia, Polonia, Romania, Ungheria, Svizzera, Repubblica ceca, Italia, Bulgaria, Repubblica di Moldova e Grecia) sono stati contaminati da livelli di radiazione superiori al limite di 1 Ci/m quadrato utilizzato per definire le aree 'contaminate'".  Quantità più ridotte di radiazioni sono state registrate in tutta Europa, e hanno addirittura raggiunto il Mediterraneo e l'Asia. Per quanto riguarda l'area nelle immediate vicinanze del sito di Chernobyl, la relazione ha rilevato: "Solo in Bielorussia, Russia e Ucraina l'incidente ha provocato un numero stimato di 200.000 decessi aggiuntivi tra il 1990 e il 2004". Le principali vittime del disastro sono state: i "liquidatori" o addetti alla bonifica, ingaggiati in generale per gestire il disastro, gli evacuati provenienti dalle immediate vicinanze dell'area interessata, nei 30 km circostanti il sito, i residenti delle zone ubicate in prossimità dell'area di evacuazione, e i bambini di tali gruppi. Nelle aree contaminate circostanti il sito, i tassi di incidenza del cancro sono aumentati del 40 per cento nella Bielorussia nel suo complesso, di percentuali più elevate nelle aree più vicine a Chernobyl, di 2,7 volte nelle aree contaminate della Russia, e di quasi tre volte nelle aree colpite dell'Ucraina. Nel caso del cancro alla tiroide, un tumore che rappresenta una sorta di "marchio di fabbrica" del disastro di Chernobyl, i tassi sono ancora in ascesa. Nel periodo tra il 1988 e il 1998, i tassi relativi al cancro alla tiroide sono raddoppiati, mentre nel 2004 nelle aree contaminate della Russia sono triplicati. Gli effetti non si esauriscono tuttavia con il cancro alla tiroide. Altre malattie della tiroide hanno dato luogo a una varietà di patologie endocrine. I tassi di incidenza di leucemia, di altre forme di cancro, di malattie respiratorie, digestive, cardiovascolari e immunitarie sono aumentati tutti dalle due alle quattro volte. La compromissione delle risposte immunitarie, il cosiddetto AIDS di Chernobyl, miete molte vittime, e i neonati tendono a contrarre un numero di infezioni di 2,9 volte maggiore rispetto ai bambini "normali". Gli effetti della contaminazione sui sistemi riproduttivi e urogenitali hanno moltiplicato l'incidenza delle nascite sottopeso e della natimortalità nell'Europa centrale e settentrionale. Per di più, in queste stesse regioni, dal disastro di Chernobyl sono aumentati i casi di sindrome di Down e di altre malformazioni congenite, tra cui anencefalia, spina bifida, malformazioni cardiache, malformazioni del sistema nervoso centrale, palatoschisi e labioschisi.
"è ragionevole concludere che l'incidente di Chernobyl ha causato e continuerà a causare un livello elevato di morbilità e mortalità in tutta Europa, dalla Scandinavia all'Europa occidentale, a sud, dove Europa e Asia si incontrano in Turchia, e oltre", si legge nella relazione. "Sarà impossibile calcolare retrospettivamente l'esposizione a cui sono state soggette le popolazioni [...]. Andrebbero condotti studi allo scopo di chiarire, per quanto possibile, la portata della morbilità e mortalità derivanti dall'incidente di Chernobyl". I resti del sito di Chernobyl sono situati a 100 km a nord dell'attuale capitale ucraina, Kiev, lungo il confine tra Ucraina e Bielorussia. La centrale era dotata di quattro reattori raffreddati ad acqua e moderati a grafite. Ciò significa che venivano utilizzate barre di grafite per tenere sotto controllo la reazione fissile dell'uranio-235. Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, la centrale fu sottoposta a un test. La direzione voleva verificare se, nel caso di calo di potenza, le turbine dell'impianto fossero in grado di subentrare nella gestione del funzionamento delle pompe raffreddanti. Ai fini dello svolgimento del test, la potenza del reattore venne ridotta di un quarto della propria capacità operative, e i sistemi di sicurezza vennero deliberatamente disattivati. Il test non andò secondo i piani. La potenza della centrale diminuì di una percentuale eccessiva (99 per cento), pertanto per garantire il corretto svolgimento del test fu necessario incrementare lentamente la potenza. Mentre la potenza saliva, si verificò un'impennata di potenza inattesa. La chiusura di emergenza non si attivò e il reattore esplose. Le ragioni precise di tale picco di potenza e della successiva esplosione sono ancora ignote, tuttavia l'opinione attuale chiama in causa un difetto di progettazione cruciale: le barre di grafite utilizzate per controllare la reazione. Il ruolo delle barre di grafite consiste nel moderare e controllare la reazione di fissione - quando vengono calate nel reattore, la velocità della reazione diminuisce. Quando le barre vengono tolte, la velocità di reazione aumenta. Tuttavia, i ricercatori ritengono che se tali barre vengono inserite rapidamente nel reattore, la velocità di reazione potrebbe effettivamente aumentare all'improvviso. Inoltre la grafite, una forma di carbonio, è infiammabile. Il coperchio ermetico del reattore di 1000 tonnellate venne distrutto dall'esplosione e la grafite si infiammò, provocando un incendio enorme. Il contenuto del reattore si disperse nell'atmosfera. L'incendio proseguì per i dieci giorni successivi continuando a liberare materiale radioattivo nell'atmosfera. Dal 1986 al 1989 erano già state coinvolte nelle operazioni di risanamento dell'area vicina a Chernobyl oltre 800.000 persone, 300.000 delle quali hanno assorbito dosi di radiazioni pari a 0,5 sievert (Sv) o più. 0,5 Sv è una dose di 500 volte superiore alla dose massima annua raccomandata dall'UE. I decessi riconducibili al disastro, e in particolare al successivo risanamento, sono difficilissimi da quantificare. L'allora Unione Sovietica non fornì cifre precise e diramò le informazioni sul disastro solamente il 28 aprile, circa tre giorni dopo il fatto, e lo descrisse semplicemente come un "incidente". Quando tale notizia venne diffusa, i ricercatori di Danimarca e Germania riuscirono a ricostruire l'accaduto grazie alle loro ricerche, e conclusero che a Chernobyl aveva avuto luogo il "massimo incidente credibile". Solo il 23 maggio, quattro settimane dopo l'incidente iniziale, vennero distribuite le compresse di iodio. Le compresse avrebbero potuto impedire allo iodio radioattivo di penetrare nelle ghiandole tiroidee dei cittadini della regione. Quattro settimane dopo, l'effetto delle compresse di iodio sui 130.000 evacuati non poté che essere trascurabile.  La cosa incredibile è che l'impianto a reattori di Chernobyl è stato dismesso solamente nel 2000, e malgrado l'area contaminata nelle immediate vicinanze di Chernobyl non sia aperta al pubblico, molte persone si sono ritrasferite nella zona. Circa 1500 persone si sono ristabilite in un'area a 15 km da Chernobyl, 50 sono tornate a Chernobyl città o nella vicina Pripyat, che attualmente è una città fantasma e che era stata originariamente edificata per ospitare i 45.000 operai di Chernobyl e le loro famiglie.
Un sito interessante, in inglese è http://pripyat.com/monitor/en
Qui è possibile leggere, aggiornati in breve tempo, i valori di radiazione ionizzante presenti in alcune zone del mondo. Tali radiazioni sono espresse in microRontgen.
Rontgen: Il röntgen (simbolo R) è una unità di misura della radiazione ionizzante come raggi X e raggi gamma. Il röntgen è riferito solo a radiazioni X e gamma. Non fa più parte delle unità del Sistema internazionale. Il röntgen è definito come la quantità di radiazione che produce in un campione di aria di 1 mL a 0 °C e 1 atm, una ionizzazione corrispondente ad una carica elettrica di 1 ues ovvero 2,08 × 109 coppie di ioni.
Esempi: Un orologio luminoso produce circa 5 milliroentgen (mR) per anno. Una radiografia produce circa 500 mR.
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E’ davvero interessante documentarsi a riguardo. Tentare di capire anche una piccola parte di ciò che è stato. Perché è curioso tentare di approfondire un argomento così delicato: l’energia nucleare, sul quale i pareri sono molto contrastanti e probabilmente non esiste una verità finita. Ecco infine un collegamento alla pagina di Wikipedia dove sono elencati tutti gli incidenti nucleari della storia (Click QUI)

2 commenti:

  1. Riprovo.
    Grazie Fede per il materiale raccolto.
    E' vero, i pareri sono molto contrastanti, ma il disastro nucleare - penso anche a quello recente del Giappone - è incontestabile. E grazie a Dio la maggioranza dei cittadini italiani ha scelto, per la seconda volta in venticinque anni, di dire un no secco e definitivo sulla questione.

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  2. Quando potremo, ti prometto che andremo a far visita! P.S. Io invece ero appena nata, avevo 1 mese :-)

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