sabato 16 luglio 2011

Tributo alla Lady... Lady GaGa

Se mai andrete a fare un salto negli States vi accorgerete che di questi tempi c'è qualcosa che sta crescendo. Qualcosa di più grande dei cheeseburger e dei grattacieli. E' il fenomeno Gaga che ormai impazza in tutto il nuovo continente. Si tratta di una vera e propria reazione concatenata e incontrollabile.

Nata a New York e di origini italiane la Joanne Stefani Germanotta, classe 1986, ha iniziato a fare musica fin da giovincella. Ammessa alla scuola musicale di New York con anticipo (solo altre 19 persone al mondo hanno ottenuto questo privilegio) prosegue la sua storia esibendosi nella New York dei fine '90 e poi nei primi del 21esimo secolo. Tutto nuovo, tutto sperimentale: Una vera e propria Glamster combattiva decisa a farsi spazio nella musica pop di quegli anni. Esibizioni su palchi minuscoli con il solo utilizzo di synth ed effettistica economica assieme alla compagna Lady Starlight. Commistione di generi diversissimi tra loro tra cui anche l'heavi metal. Vestiario improbabile e trucco da drag; capelli sempre diversi e altrettanto strani lasciano un'impronta. Qualcosa di nuovo era in gestazione.

Esistono musicisti difficili da definire. Artisti che è complesso inserire in una casistica o in un genere particolare. Per qualche band in effetti è stato coniato un genere a parte che poi si è estinto subito dopo. Per Lady Gaga penso sia lo stesso. Sicuramente Pop, non ci piove, ma con qualcosa di nuovo ogni volta che scrive un pezzo. In continua evoluzione. Già, perchè siamo stanchi di autori che scrivono pezzi sepre sugli stessi 4 accordi (generalmente Mi minore, languido al punto giusto), sempre con la stessa struttura e sopprattutto sempre con gli stessi suoni. Dal mio punto di vista è bello sentire uno sviluppo quando si ascolta la storia di un musicista. Mi piace ascoltare i diversi album e notare un cambiamento, una crescita, una caduta e una ripresa.
La Lady è una vera tormente di neve dove non esiste un fiocco uguale ad un altro. Ogni pezzo ha una vita a se stante. Ogni brano sembra una piccola sperimentazione, in alcuni casi un po' forzata forse, ma mai banale. I gruppi che si sono contraddistinti hanno avuto successo perchè hanno saputo rischiare. Qualcuno si è poi adagiato un po' troppo pago del successo. La Lady è all'inizio e una la certezza è che in tre anni di ribalta ha sfornato più di ogni altro: melodie per se stessa e per altri. Un fenomeno che continua a mietere vittime anche quei "virtuosi" ascoltatori solo di colta.

Il segreto è che dietro a tutti quegli Echo, Delay, dietro a quelle Drone machine ci sta una voce dietro un pianoforte. Tasti e voce di chi sa amoreggiare con la musica (non di chi ci litiga come me).

Il fenomeno prosegue nella sua opera di distruzione e ricostruzione di un nuovo piccolo (ma non troppo) modo musicale. Nuove tendenze, nuovi suoni, nuove emozioni e vibrazioni, rigorosamente dal vivo.

Quando la nostra bocca rimarrà ancora aperta ascoltando un nuovo pezzo o guardando un nuovo incredibile video della Lady? Speriamo presto!

"Sono una pazza santa...
è così crudele"
("Judas")

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