mercoledì 29 giugno 2011

Le rette parallele

Nell'aria vibra "Daughter" dei Pearl Jam. Il cielo è solo velato da qualche nuvola che solo ogni tanto nasconde il sole senza minacciare pioggia. La temperatura è piacevole e di fronte a noi due la strada è dritta: grigio asfalto che divide due semicerchi di terra rossa. Ovunque si guardi non si vede null'altro che terra. Concordiamo sul fatto che non abbiamo mai visto nulla di questa portata. Mai visti spazi così aperti e senza confini. Solo un auto ogni tanto a spezzare il suono equilibrato e continuo del motore della nostra auto. Tutto sembra così semplicemente in armonia. Eppure non dipende da noi ma solo da ciò che ci sta attorno e che qualcun'altro ha creato.

Proseguiamo sul nostro percorso e ora mi viene da pensare all'importanza del viaggio. Un viaggio semplice, confortevole, agile; di certo non faticoso come quello di Alex Supertramp. Comunque un viaggio entusiasmante, eccitante dove gli occhi si trasformano in bocche famelice che si cibano di immagini dalla profondità infinita. Tutto è nuovo, vergine e incredibilmente bello tanto che mi permette di non essere mai stanco al volante anche dopo ore di guida.

Penso a quanto sia fondamentale viaggiare per osservare e capire cosa c'è lontano e vicino a noi. Penso a come sia necessario non smettere mai di stupirsi di ciò che si osserva: dal profumo della pioggia che arriva da nord fino ai colori della terra. Osservare le persone e fermarsi a scambiare con loro poche parole e qualche sorriso

-Di dove siete?-
-Italiani... Di Milano per la precisione-
-Wow... Milano!-
-E tu?-
-Io di Philadelphia ma ora vivo a San Fra'-

Un diario di viaggio non scritto ma che le nostre menti hanno registrato nei minimi dettagli. Qualche immagine, alcuni dettagli (profumi, sapori) andranno forse perduti ma il nucleo di questa esperienza rimane ben centrato, già aggiunto ad un archivio di ricordi grazie ai quali viviamo e sfuggiamo alla noia. Un anello da mettere al dito, diverso da tutti gli altri. Un anello colorato che ogni tanto pizzica ricordandoci della sua presenza: i ricordi belli non se ne vanno mai grazie a Dio e sono per me come un albero maestro a cui aggrapparmi nei momenti di tempesta.

Ma cos'è che ci permette di ricordare? cos'è che fa impressionare sulla pellicola della nostra mente un'immagine piuttosto che un'altra? Cos'è che fa che un ricordo triste venga spazzato via da uno bello? A volte basta una parola dolce per calmare l'affanno. Ma perchè? Come funziona?
Dopotutto, pensandoci bene, non è poi così necessario sapere il motivo di ciò. Per troppe cose non v'è spiegazione. Mi sono sempre chiesto cosa significasse che "Due rette parallele si incontrano all'infinito". Come si può verificare ciò? Eppure la matematica è per noi scienza esatta.

Forse dopotutto non esiste nulla di esatto e queste due rette vanno percorse per capire se realmente si incontrano all'infinito. Ecco forse l'importanza del viaggio: fare di ogni piccola esperienza un percorso perdendo il minor numero di dettagli possibile.

"Il battito del cuore è come il ticchettio di una bomba
dopo aver visto ciò che gli altri hanno visto
[...]
Ho provato a spiegare in qualche maniera
ma è difficile da immaginare"

("Hard to Imagine" - Pearl Jam)

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