venerdì 31 ottobre 2014

Eyes - In uscita "Silk" dei Dropshard

Un martello di velluto picchia note d'argento sull'incudine del prog. E' arrivato "Eyes", singolo dell'album "Silk" dei Dropshard. Se non li avete mai sentiti nominare vi siete persi una bella storia. Band del Lecchese nata diversi anni fa con già diversi pezzi all'attivo e un bell'album sfornato nel 2011 ("Anywhere but home"), nonché due diversi EP del 2008 e del 2009.


Questa "Eyes", traccia numero 2 dell'album "Silk" mi arriva una sera di inizio autunno ed è una vera martellata che sancisce un salto di qualità notevole e una vera consacrazione a "Band adulta". I Dropshard non hanno ancora compiuto la maggiore età ma come un bambino prodigio sono già un bel pezzo avanti. Questo primo singolo tratto dall'album "Silk", del resto, ha bisogno di una recensione tutta sua e non può non essere così. Sarà che io adoro la mescola tra suoni eterei e distorsioni dure e decise, ma questo pezzo mi ha beccato dritto al cuore senza passare da incudine, martello e timpano. La voce di Scanu (No! Non lo Scanu portato al successo da "Amici"... Fidatevi, tutt'altra pasta!) è potente e precisa; segue una sua linea e le armonizzazioni accennate la contornano di un aura che sale ad un livello superiore. Nel suonato c'è sicuramente qualcosa di nuovo che va oltre l'accurata scelta dei suoni. Stucchi è al basso, Benatti alla chitarra, Mangione alla batteria e percussioni e de Vittorio alle tastiere e Synth.  Si tratta di pura amalgama o di miscuglio omogeneo come direbbero i chimici di laboratorio. Ogni strumento è riconoscibile ed ha una vita propria che però non corre parallela a quella degli altri ma vi si intreccia in un tessuto corposo. "Eyes" diventa così una coperta ruvida, che punge la pelle ma che riscalda! Ma più di tutto c'è la sensazione. E' un pezzo che arriva, che giunge dritto a destinazione già dal primo ascolto e questa, chi ascolta musica lo sa, è pura magia senza alcuna spiegazione scientifica!

Silk è un album autoprodotto in circa tre anni e soprattutto "Pitch correction free", ovvero senza modifica alcuna, senza sovrastrutture e quindi pulito, come madre Dropshard lo ha concepito, o se preferite potete dire "Genuino"! Quindi: Applausi please!

E' vero, non ho ancora ascoltato l'intero album, ma solo perché ho ascoltato e riascoltato "Eyes" e perché me lo devo ancora procurare. Ma se "Il buongiorno si vede dal mattino"...
 
In bocca al Lupo Dropshard!

Un link molto utile

http://www.dropshard.net/store/  Dove potete acquistare l'album e ascoltare alcuni suoi pezzi

 
 
"Attraverso le porte dei miei pensieri
Ho visto spazi vuoti
Senza alcuna speranza"
 
("Eyes" - Dropshard - "Silk")

venerdì 22 agosto 2014

Overshoot day: punto di non ritorno

In questi giorni questo termine anglofono  è balzato all'attenzione di molti di noi. Telegiornali, speciali in TV serale o semplicemente internet e giornali. Ma cosa sta dietro questo termine? Cosa comporta questa "giorno limite"?
Quest'anno l'Overshoot day è caduto precisamente il 20 Agosto e, per dirla in soldoni, si tratta di un vero e proprio limite di non ritorno. Per essere più precisi si tratta della data in cui il pianeta Terra ha ultimato le proprie risorse naturali ed ha iniziato ad erodere le proprie riserve, accumulando detriti e rifiuti tossici prodotti in gran parte dall'umanità. Ma semplifichiamo ulteriormente. Se associassimo il nostro enorme pianeta ad una piccola azienda di paese che può produrre un fatturato di 1000 euro all'anno, è come se questa piccola ditta, arrivata al 20 Agosto, avesse già avuto delle spese contabili della medesima cifra. Ecco allora che la nostra piccola impresa si troverà costretta dal 21 Agosto ad attingere ai propri risparmi e ad accumulare debiti per rimanere in piedi e continuare ad esistere. Tutto chiaro?
Andiamo oltre. Nel 1993 l'Overshoot day è caduto il 21 ottobre, nel 2003 il 20 settembre. Si tratta ovviamente di stime ipotetiche, di cosiddette "medie ponderate" ma questa data limite cade ogni anno 3 giorni prima dell'anno precedente. Si calcola che ad oggi la Terra avrebbe bisogno, per autosostenersi, di una dependance pari alla metà di se stessa. Detto in un'altra maniera mantenendo questo stile di vita  il nostro pianeta verde avrebbe bisogno, per sopravvivere ed andare "in pari", di 1,5 Pianeti Terra.
E' chiaro, alcuni paesi gravano maggiormente su questo bilancio. Se considerassimo ogni nazione come una micro-unità a sé stante il Giappone avrebbe bisogno di 7 Giapponi per autoalimentarsi, la piccola Svizzera di 4,5 Svizzere e la nostra bella Italia di 4 Italie. Un poco meno pesano nazioni come la Francia (solo 2 France per autosostenersi) o ad esempio la Cina.
Dal 20 Agosto di quest'anno la Terra sta iniziando ad attingere ai suoi risparmi millenari e ad accumulare ingenti debiti fatti di Anidride carbonica e di gas ambiente-tossici. Tutto questo è accompagnato e causato dall'erosione di suolo, dalla diminuzione del patrimonio forestale che porta alla diminuzione della biodiversità e delle risorse alimentari.
Nel nostro piccolo ce ne accorgiamo quando in paese vediamo il fumo che sale dalle nostre aziende in orari serali, il momento in cui non vi sono controlli, oppure quando vediamo schiume sospette nei nostri corsi d'acqua o molto più semplicemente quando troviamo rifiuti dispersi a terra, sulla pelle del nostro Pianete ferito.
Sta a noi fare la nostra piccola parte. E' compito di tutti noi, nessuno escluso!

domenica 17 agosto 2014

La Mosca scorpione: un vecchio romantico insetto

Si pensa che per vedere esseri viventi speciali o rari bisogna migrare in luoghi esotici o sintonizzare la TV su "Super Quark". Eppure basta aggirarsi tra le nostre boscaglie o avvicinarsi ad un piccolo bacino d'acqua per accorgersi che, oltre alle zanzare, possiamo imbatterci in diversi insetti davvero speciali e rari.

Una tiepida giornate di Luglio, approfittando di un cielo privo di nuvole (una rarità anch'essa di questi tempi) mi sono recato presso il "Bosco in città" armato di reflex a caccia di foto entomologiche. Dopo diversi insetti, tra cui una coccinella dai 10 punti e una farfalla Polygonia mi trovo davanti proprio lei: la "Mosca scorpione", o come si chiama sui libri di Entomologia, la Panorpa communis.

Si tratta di un insetto dell'ordine dei Mecotteri dalla strana forma. E' una mosca dalla forma decisamente allungata che presenta, alla fine dell'addome, un pungiglione molto simile a quello di uno scorpione rosso. Questa coda appuntita non serve a pungere gli avversari bensì a bloccare la femmina durante l'accoppiamento. Il suo muso allungato come quello di un formichiere gli permette di divorare insetti morti; ecco perché la Mosca scorpione è ritenuta un pulitore dell'ecosistema in cui vive.

Si tratta di un Insetto fossile, ovvero di un essere vivente rimasto molto simile al suo antenato primitivo vissuto migliaia di anni fa. In natura ne esistono molti altri esempi tra cui spiccano la Magnolia, le Felci o l'imponente Araucaria. Ecco perché la Mosca scorpione è una vera rarità e una vera "chicca" nella miriade di insetti viventi nella nostra Lombardia.

Durante l'accoppiamento la Panorpa maschio blocca la femmina con la sua coda allungata per non rischiare di essere divorata dalla femmina; la stessa sorte che spesso spetta alla Mantide religiosa o ai Fuchi, eliminati  a fine stagione dalle api operaie. La panorpa maschio attrare la femmina con degli ormoni profumati (feromoni) e le porta in dono un insetto o un piccolo pezzo di un fungo da divorare durante l'accoppiamento. Spesso il maschio mischia il piccolo dono con della saliva nutriente che rende il pasto ancor più saporito. Ecco perché la Panorpa communis è considerata un insetto romantico. In realtà tutto questo corteggiamento serva solo a saziare la femmina per far si che essa non divori il maschio.

Se vi avvicinate ad un rigagnolo di acqua stagnante o in una umida boscaglia state attenti, potreste imbattervi proprio in lei: la Mosca scorpione. Ma non abbiate paura, osservatela da vicino, non morde e nemmeno punge!

martedì 27 maggio 2014

...Il giorno dopo la forte brezza (che soffia ancora)

Subito dopo il giorno delle elzioni è doveroso tracciare un breve ma importante resoconto dell'accaduto. Questo per riunire le idee ma anche, aiutato dalla banca dati del web, per lasciare memoria dell'accaduto. Ne vale decisamente la pena perchè questa pagina mi ha riguardato da vicino questa volta: impegnato nel progetto "CambiaMezzago" e nelle operazioni di voto e di scrutinio. Ho potuto assisteread una vera lotta per il destino del nostro piccolo ma grande paese. E' stato interessante, è stato viscerale, è stato istruttivo ed entusiasmante.

IL CERCHIO
Un progetto nato quasi per caso di fronte al bancomat di Via Unione una fresca sera di Febbraio. Parte tutto da lì, parte tutto da poche persone che ogni sera, in virtù di un'esponenziale incantesimo, aumentano continuamente. Si arriva ad un gruppo di circa 40 elementi riuniti dalla curiosità e dalla voglia di partecipazione e di miglioramento.
La vera magia è che mai in queste serate traspare la visione politica del singolo; nessuno conosce chiaramente l'orientamento del vicino di sedia. Come per il cerchio di sedie, forma adottata per i nostri ritrovi serali e per le reunion aperte al pubblico, non vi è soluzione di continuità tra i vari elementi che compongono il gruppo. Ci si è trovati per confrontare idee e ragioni, proposte e dubbi. E di dubbi ve ne sono molti; io per primo sono stato colpito da mille perplessità e sono stato tra i primi a farmi da parte per una candidatura ufficiale. Tuttavia la carovana è partita e dopo sole due serate è difficile da fermare!

SIETE QUI PER VINCERE O PER PERDERE?
E' questa la frase che scuote le coscienze dei CambiaMezzaghesi. Poche parole dette da uno di noi che spianano la strada verso il successo! La titubanza lascia spazio alla consapevolezza e alla forza. Ora è tutto più semplice. Si trovano i candidati e il nostro sindaco. E' fatta! I volti ci sono le idee e la grinta non mancano.

LE NOTTI BIANCHE
Tante notti spese a programmare e a creare sono il frutto di una voglia di spendersi dell'intero gruppo. Un doveroso grazie a chi ha speso molto, lasciando un poco vuote le proprie abitazioni per svariate sere. E' stato emozionante assistere, con sorpresa, alle serate rivolte al pubblico apprezzando il ritorno di interesse e di partecipazione.

In questi 3 mesi si è creata una sinergia di intenti, un'amalgama esplosiva che ha portato a quella che, nemmeno per un solo istante, riesco a concepire come una sconfitta. E' stata una grande vittoria malcelata impietosamente solo dai numeri e dalle percentuali.
Lo scontato ha lasciato spazio alla competizione vera, allo scontro fino ai calci di rigore, dove si vince per poco o addirittura pochissimo. Questa volta il paese è stato sferzato da una forte brezza che recava con se il nome di molti. Volti mischiati fra loro , a volte poco riconoscibili e distinguibili. Identità singole che lasciano spazio al gruppo e alla sua forza, determinazione ed unione.

Ho forse vissuto questa esperienza lateralmente, un poco defilato rispetto alla prima linea; tuttavia ho potuto apprezzarne i toni più accesi e le tinte più cariche che fanno impallidire le tensioni e gli scontri accaduti. E' stato bello ed emozionante provare per la prima volta della tensione-politica, fin'ora sconosciuta. E' stato emozionante vedere le lacrime di alcuni, insospettabili fino a poco prima. E' stato bello vedere la grinta.  E' stato bello giungere al traguardo assieme. E' stato bello!!!

Congratulazioni a Giorgio Monti, nostro nuovo sindaco. Un enorme in bocca al lupo per questo importante incarico alla ricerca del bene del paese!

Complimenti e grazie a tutti voi!!! A tutti noi... Questa volta siamo veramente tanti!


"...E quasi sempre dietro la collina è il sole"
("La collina dei ciliegi" - Lucio Battisti)

mercoledì 19 febbraio 2014

Un breve viaggio

Questo scritto per raccogliere i pensieri e le sensazioni sperimentate in questi ultimi giorni di confronti su idee e progetti.

Si tratta di un territorio dove le buone intenzioni, magari mal spiegate a parole, vengono derise e smantellate da signori che vogliono restare dietro le quinte. Qualcuno (ora non ricordo chi) disse che "non v'è nulla di più forte delle intenzioni di un volontario". Ho fatto mio questo pensiero e raramente mi sono permesso di distruggere i pensieri e le idee di chi aveva avuto voglia di creare qualcosa di buono, e quando l'ho fatto mi sono poi reso conto da solo di aver fatto una cosa sbagliata. Siamo ricchi di Generali che sulla loro comoda poltrona di velluto rosso criticano i soldatini su come imbracciano il moschetto. Siamo carichi di "amici" (sostantivo non casualmente virgolettato) che si rivelano tutt'altro, deridendo gli intenti e gli impegni passati e futuri intrapresi da un volenteroso. Vorrei avere la forza di allontanare questi ultimi da me, aspettando magari che da quel lato ci sia un processo di maturazione, o forse un percorso di crescita e di capacità di accettazione da parte mia. Ora non ne sono in grado!

Ci si butta in un progetto con molta motivazione anche se con poche capacità e preparazione, certi che queste si impareranno con il tempo e con la buona volontà. Questo è quello che ho sempre saputo fare bene, saper correre più a lungo per raggiungere il traguardo, sebbene arrivassi poco dopo chi sapeva essere più veloce. Studiare due ore in più per raggiungere i risultati di chi invece, più metodico e preparato, impiegava meno tempo di me dedicandosi poi ai propri piaceri.
Non devo giustificare la mia capacità di impegno e dedizione con nessuno e non voglio elencare gli impegni che ho iniziato e concluso in vita; magari pochi, contabili sulle dita di una mano, ma importanti per me stesso.

Torno a casa amareggiato e contrariato da un breve viaggio sotto un cielo sereno. Arrivo a casa scontento e consapevole di essere incapace di conoscere a fondo chi si reputa prossimo. Salgo le scale e apro la porta e, grazie a Dio, trovo conforto e comprensione: il mio posto è questo... Nessun'altro!

mercoledì 15 gennaio 2014

Attraverso la confusione

E ci rendiamo conto di vivere in una realtà dove tutto è precario e dove le cose che sembrano vere in realtà sono, in un certo senso, latere. Non so bene descrivere la sensazione che provo oggi; i sentimenti per loro natura sono complessi (se non impossibili) da descrivere con le parole.
Mi rendo conto di quanto sia complicato conciliare tutto; dare il giusto peso alle cose è complesso a quest'età in cui si sono imparate tante cose ma probabilmente non quelle necessarie per condurre un'esistenza serena. Il dubbio fa parte dell'uomo e la coerenza non è una sua dote.

Abbiamo un lavoro che ci permette di vivere ma che ci toglie la vita, che l'annulla o che la rende un contorno. Non dovrebbe essere così ma ci siamo abituati a pensare che "è giusto così". Abbiamo un'esistenza di convinzioni, di sicurezze che, una ad una, cadono come soldati dietro al fuoco nemico della verità; una verità che crediamo spesso di avere in tasca. Non è così in quanto ognuno di noi ne possiede un piccolo pezzo da unire a quello degli altri. Amiamo usare Facebook come muro di protesta, sicuri che qualcuno dalla propria scrivania ci darà supporto e ragione.

Mi sono sempre fatto dominare e ho spesso abbassato la testa per un quieto vivere che mi ha portato ad essere una persona ritenuta "buona" ma che in realtà brucia di rabbia ogni volta che non riesce a farsi capire dagli altri.  Non sono mai stato un risoluto e i miei pensieri sono sempre stati confusi; testimoni ne sono queste parole. Oggi, in questa confusione rabbiosa, sono a chiedermi che ne sarà di me e di noi. Per fortuna il tempo ci dà la possibilità di ri-iniziare dopo la mezzanotte. Questo enorme colpo di genio di scandire il tempo in giorni che si susseguono che ci da la possibilità di voltare la pagina del registro.

Pensieri confusi in una giornata che, fatidicamente è nebbiosa e fredda. Ma tra questo grigiore compaiono i volti delle persone care a farti da guida. Forse intuisci, anche se non ti convinci, che è quello l'importante. Che dopo la bestemmia arriva la riconciliazione, che dopo il litigio arriva l'abbraccio. Mi hanno insegnato a credere. E ora credo che che la confusione è uno status dal quale bisogna passare per imparare ad osservare meglio.

Parole confuse di rabbia
e di delusione.
Camminare nella nebbia non è essere persi
ma cercare una luce accesa nella notte.
La luce di casa, per renderci conto
che non ci siamo scordati la strada
ma che dovevamo solo porre
più attenzione al sentiero sotto i nostri piedi.



giovedì 21 novembre 2013

La forza del -Non lo so-


Ricordo quel giorno in cui diedi l'esame di Fisica con il prof. Orefice. La prima volta mi bocciò perchè non seppi dimostrare un enunciato. Non ricordo bene quale, ma poco importa. Andai impaurito, come sempre. Erano gli ultimi esami prima della tesi e volevo finire in fretta dopo anni di fatiche.
Mi sedetti e feci un esame piuttosto brillante. -Incredibile- pensai; non ero mai stato un amante della Fisica. Troppe formule, principi, regole tassative. Dopo i canonici 20-25 minuti di interrogatorio il professor Orefice, ebreo di origine, mi disse: -Complimenti Villa, le faccio una domanda per la lode-. Mi chiese come era possibile che avvenisse la formazione di corrente elettrica ai capi di un conduttore se a contatto con un campo magnetico in movimento. Non ricordo bene ma per intenderci è quello che avviene nelle centrali idroelettriche con le turbine. IO esitai un po' e tantai di rienunciarli la legge di Neumann Lenz e Orefice mi disse che non voleva l'enunciato ma che voleva sapere "perchè". Io esitai ancora e poi pensai che poco importava; avrei comunque preso un bel 30 e in Fisica non me lo sarei mai aspettato:puntavo a un 24, o al massimo un 25. Presi coraggio e risposi: -Non lo so!- Orafice si sporse verso di me e urlò: -Complimenti Villa... E' proprio la risposta che fu data al congresso di (non ricordo che città disse) dall'equipe di studi. La risposta corretta è proprio "Non lo so", non se ne conosce il motivo.- E mi diede un fantastico 30 e lode.

Lì per lì può essere una storia buffa e fine a se stessa. In realtà mi ha sempre fatto pensare a quanto sia il valore di un -Non lo so-. Spesso non vogliamo arrenderci alla mancanza di risposte e cerchiamo continuamente una soluzione. Altre volte abbozziamo, o addirittura inventiamo motivazioni senza saperle. E' difficile ammettere di -Non sapere-
Dopotutto siamo in un mondo dove il -Non lo so- non è ammesso: a scuola, al lavoro sicuramente è così. Ma siamo circondati da situazioni, sentimenti, pensieri che non hanno spiegazione.
Dopotutto mi rendo conto di non sapere molte cose; una buona parte in realtà. Ed è l'arrendersi a questo -Non lo so- che spesso crea pace e gioia.

Quell'episodio, realmente accaduto, mi ha sempre fatto riflettere sulla forza del -non lo so-, che ancora oggi, di tanto in tanto, mi torna alla mente.