Ho avuto il piacere di assistere all'esibizione dei Dropshard al BLOOM di Mezzago. Un palco importante e prestigioso. Da lì sono passate band come Subsonica, Punkreas, Shandon e i grandiosi Nirvana. Ho avuto anche io la fortuna di calcare quel palco così carico ed emozionante.
L'esibizione dei Dropshard era la prima in promozione del loro primissimo vero album. Non un EP, non un Demo ma un vero e prorpio album: "Anywhere but home", prodotto da Sonicvistamusic. Un album vero e proprio con CD serigrafato, Booklet e tutta la baracca. Un vero lavoro finito. E non finisce qui visto che questo loro primo lavoro dal 15 Febbraio è in vendita in Inghilterra (Prossima meta del gruppo), Canada e Giappone. Incredibile ma vero.
I Dropshard ne hanno fatta di strada da quando si esibivano Nei dintorni di Olgiate sperimentando suoni propri e interpretando cover di grandi gruppi come Deep Purple, Metallica, Porcupine Tree ecc... Il tempo fa maturare e esibizione dopo esibizione i ragazzi (tutti giovanissimi) hanno trovato il loro suono. l'hanno elaborato e migliorato fino ad arrivare qui: "Anywhere but home", frutto anche di un vero e proprio "Ritiro spiritual-musicale" estivo.
Domenica 20 Febbraio il Bloom ha preso le tinte del PROG ROCK dei Dropshard. Un'esibizione che da il vero esempio di quello che è questo gruppo: Fantasia, Espressività, Grinta e Novità (le lettere MAIUSCOLE non sono casuali) in un mondo musicale che spesso sforna sempre la solita musica e sempre gli stessi suoni, per non parlare delle solite parole!
Quella dei Dropshard è musica complessa da ascoltare, necessita di impegno ma di certo non è musica che "Scivola addosso". Il frontman, ENRICO SCANU (nulla a che vedere con il suo omo-cognonimo) è un vero drago nel catturare l'attenzione. Musicista vero: voce, chitarra e flauto traverso in pieno stile Jethro Tull. La voce è calda ed arriva. Se SEBASTIANO BENATTI (Chitarra) è la mente del gruppo, TOMMASO MANGIONE (Batteria) e ALEX STUCCHI (Basso) ne sono le braccia perfettamente coordinate: dolcemente aggressive. Sono loro il triduo che col tempo hanno dato forma al gruppo. Assoli di chitarra al momento giusto, fluidità e potenza, dolcezza e castigo. Sezione ritmica eccezionale: un basso che va oltre lo sfondo e che spesso è in "Prima linea"; una batteria che è quel vero tocco in più, che è sempre accento e mai puntini di sospensione. Alla tastiera è comparso MARCO ANTONIO ZAGO, mai visto prima e nemmeno sentito purtroppo: espressività che morde; un alternarsi di veri suoni PROG ELETTRONICO e di Classico, ma mai e poi mai scontato.
Un'esibizione che ci dà un'altra importnate info: I Dropshard sono un gruppo coeso ed è risaputo che una squadraper essere vincente deve avere uno spogliatoio armonioso. Un punto in più allora.
E ora mi sto godendo il loro album. Con calma come si gusta un piatto dal gusto insolito: ci vuole del tempo per abituarsi e per apprezzarlo bene e il modo migliore è provarlo e riprovarlo. Eggià... Le mie orecchie col tempo si sono abituate ad altri suoni e ad altre strutture musicali.
Auguri ai cinque Dropshard... Chi ben comincia è a metà dell'opera.
Ah ecco... Guardandoli suonare al BLOOM, locale che contiene al massimo 200 persone (o forse meno) mi è venuto in mente un altro gruppo che iniziò a suonare in scantinati senza nemmeno vie di fuga. Era l'anno 1969 e alla voce c'era un certo Barret accompagnato da un certo Gilmour; e intorno a loro v'erano Waters, Wright e Mason. Qualcuno se li ricorda? Erano cinque anche loro a quei tempi!!!
In bocca al lupo Dropshard.
http://www.dropshard.net/
Anche stavolta nn sono riuscito a vederli...
RispondiEliminaReda